Joegn fascegn a Busan, a la manifestazion per l’ambient

Set 30

Un di leader del moviment contra l global warming l’é n joen da Cianacei, Gabriele Bernard, student del Liceo Scientifico “Rainerum”, nono an de piano al Conservatorie “C. Monteverdi”.
E dapò no se die mai più che duc i joegn da anchecondì i é envizié e menefreghisć!
Chisc joegn merita fiduzia. Talpai, Gabriele, semper inant adum!

(Comitat provisorie UAL)

La manifestazione che c’è stata il 27 settembre a Bolzano fa parte del movimento globale FridaysForFuture, che ha portato in piazza a manifestare studenti di tutto il mondo. Il corteo è partito da Piazza Vittoria, dove si presentava un contrasto particolare: sotto al monumento voluto dal regime fascista, simbolo di una delle pagine più buie della storia dell’Alto Adige, si sono riuniti migliaia di studenti appartenenti a ciascuno dei tre gruppi linguistici presenti in provincia, a dimostrazione del fatto che le differenze arricchiscono. Di fronte alla sfida del cambiamento climatico non esistono differenze, siano esse politiche, culturali, linguistiche o sociali.

Sono dell’opinione che la manifestazione sia stata un’ottima opportunità per avvicinare gli studenti a quelli che sono i mezzi democratici offerti dalla nostra politica, e che essere stati assenti durante le lezioni a causa della partecipazione a questa manifestazione non rappresenti un disinteressamento verso la propria istruzione quanto invece un atto di indipendenza e liberazione da apprezzare.

La manifestazione è stata partecipata anche da molti ragazzi provenienti dalla nostra valle, nonostante la lontananza. Ragazzi che rendendosi conto che l’ambiente rappresenta la cornice intorno alla vita di tutti, e che contrastare il riscaldamento globale è la vera grande sfida del ventunesimo secolo non si sono fatti fermare da qualche ora di viaggio.

Purtroppo di fronte ad un problema di queste dimensioni non è sufficiente rimuovere le bottigliette di plastica da qualche istituto scolastico; queste sono piccole conquiste sicuramente importanti, ma per combattere il problema dei cambiamenti climatici quello di cui abbiamo bisogno è di un cambiamento culturale, una presa di coscienza da parte della società, e di una risposta coraggiosa da parte della classe dirigente. C’è bisogno di introdurre delle regolamentazioni, che ovviamente non possono essere circoscritte al territorio locale o a livello nazionale. Sono convinto infatti che fino a quando la nostra mentalità ci porterà a pensare a cambiamenti a livello nazionale, sarà impossibile far fronte a questo problema. Questo è il momento di mettere da parte i nazionalismi e di iniziare a pensare ad un’Europa unita, che grazie al contributo di tutti gli stati membri, possa emanare leggi ferree che regolamentino le emissioni causate dall’attività umana.

Concludo dicendo che il movimento FridaysForFuture è stato un’occasione per noi giovani di dire la nostra, ci ha permesso di esprimere quello che pensiamo e che non abbiamo mai avuto l’occasione di dire. Purtroppo succede raramente che i giovani possano esprimersi in politica, nella nostra società infatti nelle “stanze dei bottoni” la rappresentanza giovanile è quasi sempre assente. In occasione di queste manifestazioni, chi per cavalcare l’onda e a scopi propagandistici, chi perché ci crede davvero, sono stati tanti i politici che hanno invitato noi giovani a collaborare, e a instaurare un dialogo coinvolgendoci finalmente in tavoli di confronto.

Gabriele Bernard

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