I presupposti per il risveglio politico dell’Union Autonomista Ladina

Set 17

La politica è sempre stata caratterizzata dal fatto che molti partecipano poco, e pochi partecipano molto. Questo carattere endemico della partecipazione politica è ancora più evidente quando si tratta di dover dare nuova linfa a formazioni politiche come i partiti. Nello specifico, l’Union Autonomista Ladina si trova a ridosso di un importante quanto necessario rinnovamento, che va portato a compimento. Il cambiamento va però inevitabilmente compiuto in gruppo, il quale non deve per forza essere di grandi dimensioni, ma è vitale che esso sia solido ed affiatato. L’UAL necessita di ricevere nuovo slancio, cominciando con l’abolizione dell’appellativo di “partito di raccolta”, che ultimamente ha visto in Val di Fassa ben poco riscontro. La sola formazione politica che può ancora dirsi tale è la Südtiroler Volkspartei di Kompatscher, il quale sta sviluppando una politica brillante ed innovativa. Pertanto, dopo aver eliminato questi titoli anacronistici, è bene che l’Union Autonomista Ladina riparta da umiltà e dinamismo.

Tuttavia, ritengo vi sia la necessità di ribadire ancora una volta i concetti di gruppo, di associazione e di partito. Data l’estrema banalizzazione del linguaggio a cui oggi siamo sottoposti, spesso si tende a trascurare il significato delle parole. È il caso della distinzione tra l’ “organizzazione” e l’ “associazione”. La prima è una forma di azione collettiva che gli individui intraprendono per raggiungere obiettivi, che i singoli non sarebbero in grado di raggiungere. L’associazione (quindi anche un partito politico come l’UAL), è invece un gruppo sociale i cui membri condividono i fini del gruppo e svolgono un’attività non remunerata. Mentre nell’organizzazione viene prima il fine e poi le persone, nell’associazione vengono prima le persone (i “soci”) e poi il fine.

Eppure, sia associazioni che organizzazioni, passano attraverso un processo che delinea la ciclicità della loro azione sociale. Ogni organizzazione (e associazione) nasce con un obiettivo ben
definito. Inevitabilmente, con il passare del tempo, i nuovi membri di tali gruppi iniziano a trascurare gli obiettivi originari, fino poi a dimenticarsene totalmente. Di conseguenza, lo scopo
primario dell’organizzazione diventa esclusivamente quello di far sopravvivere la stessa. Questa evoluzione viene detta “eterogenesi dei fini”. Tale processo è inevitabile e intrinseco ad ogni
organizzazione sociale. Anche per questo motivo, l’UAL non ha più richiamo nella società fassana da diverso tempo, poiché è giunto ormai il momento di riaprire un ciclo.

In questa nuova frontiera, l’UAL non può però tralasciare l’attenzione per i social networks, piattaforme virtuali che da diversi anni ormai esercitano un’influenza sempre maggiore sul comportamento degli individui. Si rivela dunque necessario trovare un filo rosso che colleghi l’associazione ai social networks, poiché anche nel mondo virtuale è possibile agire individualmente o in gruppo. Questa distinzione sta nei concetti di “individualismo” e “comunitarismo”, che ovviamente sono agli antipodi. In ambito politico, twittare o postare con il profilo personale significa voler creare consenso attorno alla singola persona, per raggiungere fini prettamente personali. Un uso politico ma comunitario dei social è invece quello di utilizzarli in qualità di associazione (o di partito), composta da individui tra loro in interazione per raggiungere un fine comune.

Traducendo questi due modi di agire nel linguaggio politico, ci si trova di fronte a due tipologie di partito. Da un lato (individualismo), vi è un partito ombrello, all’interno del quale operano singoli “imprenditori politici” indipendenti. Dall’altro (comunitarismo), si ha il classico partito civico, ossia un gruppo di cittadini che agiscono nell’interesse esclusivo della comunità a cui appartengono. La questione fondamentale, però, sta nel fatto che, col tempo, non si è evoluta soltanto la politica, ma si è rivoluzionato anche il modo di comunicare della politica. Per questo, nell’era dei mass media, può benissimo darsi che l’opinione nel pubblico non sia per niente l’opinione del pubblico! È assolutamente necessario prestare attenzione all’attendibilità delle informazioni reperibili sui social media, perché coloro che si servono maggiormente dei social sono proprio i più giovani. Pertanto, se l’Union Autonomista Ladina ha intenzione di rinnovare le proprie fila, è cruciale raggiungere le giovani generazioni usano le loro stesse armi, ossia i social. Ciononostante, rinnovamento non significa estromettere di punto in bianco le vecchie generazioni, ma cercare di inserire gradualmente le nuove forze, le quali oggi sono sempre più incluse nel mondo virtuale e sempre più escluse dal mondo reale.

Francesco Gabrielli

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