Trento e Bolzano: politiche fiscali a confronto

Mag 10

Confrontando le recenti politiche fiscali attuate dalle due provincie autonome a partire dal primo gennaio 2020, il risultato è impietoso. Tutto va a danno dei contribuenti Trentini, i quali con il nuovo anno si sono accorti che anche per il 2020 saranno sottoposti ad una maggiore pressione fiscale rispetto ai cugini sudtirolesi, che colpirà indistintamente lavoratori, famiglie e aziende.

Analizzando i provvedimenti, il primo dato che emerge è la disparità nell’applicazione delle aliquote utili per il calcolo dell’addizionale regionale IRPEF, che nella Provincia Autonoma di Trento seguono il seguente criterio progressivo: ai redditi lordi annui fino a € 55.000 viene applicata un’aliquota pari all’1,23%, mentre oltre tale soglia l’aliquota applicata è del 1,73%. In provincia di Bolzano, le aliquote applicate sono le stesse, ma la soglia degli scaglioni di reddito imponibile è più alta di ben € 20.000 lordi annui, ciò a grande vantaggio di tutti i contribuenti che percepiscono redditi di fascia media. Il dato altoatesino risulta così essere uno dei più vantaggiosi a livello nazionale. 

Il secondo dato sconcertante riguarda la soglia di esenzione dell’addizionale regionale IRPEF. Fino al 2019, i redditi inferiori ai € 20.000 lordi annui erano esenti dal pagare la tassa regionale, ma per il 2020 l’amministrazione provinciale trentina ha ritenuto che un reddito lordo annuo di € 20.000 fosse troppo alto, pertanto si è deciso di abbassare la soglia a € 15.000 lordi, al fine di poter applicare la tassa regionale a tutti quei lavoratori fino ad ora esenti che percepiscono un reddito medio-basso, come lavoratori stagionali e redditi minimi.

La giunta guidata da Arno Kompatscher al contrario, anziché abbassare la soglia di esenzione del 2019, già di per sé molto più alta di quella del Trentino (€ 28.000), ha deciso di alzare ulteriormente il limite di non applicabilità a tutti i redditi inferiori a € 35.000 lordi annui, permettendo così ad una grandissima fascia di redditi medi di non pagare la tassa regionale e di avere un risparmio fiscale notevole.

Il terzo dato che mettiamo a confronto è forse il più degradante, perché colpisce le famiglie. Essere genitore è sempre più complesso, ma anziché promuovere politiche a favore delle famiglie e della natalità, in Trentino viene fatto l’esatto contrario. Nella P.A.T., infatti, è stato deciso di eliminare la detrazione per figli a carico pari a € 252,00 sull’addizionale regionale, mentre, in provincia di Bolzano questa è saldamente mantenuta, infatti chi ha un figlio gode di una detrazione di imposta regionale pari a € 252,00 all’anno per ogni figlio, e addirittura la soglia di reddito imponibile al quale applicare tale detrazione è stata aumentare a € 75.000.

Ma non sono soltanto i lavoratori e famiglie ad essere interessati dalle politiche fiscali della P.A.T. poiché anche le imprese subiscono e subiranno nel prossimo futuro, le scelte della giunta Fugatti. In relazione al contributo addizionale NASpI infatti, sia nella sua aliquota “ordinaria” dell’1,40%, introdotta dalla riforma “Fornero”, che nella misura incrementale dello 0,5% prevista dal DL n. 87/2018, introdotta dal Governo Conte I (Lega/MoVimento 5 Stelle), le imprese dovranno pagare per ogni nuovo rinnovo del contratto di uno stesso lavoratore una maggiorazione nella contribuzione pari allo 0,5%.

Ciò significa che le aziende disposte a riassumere dei lavoratori da una stagione all’altra e quindi fare un necessario rinnovo dei contratti a tempo determinato, saranno pesantemente penalizzate. Una tale situazione reca danno a tutte le attività commerciali stagionali e pone i titolari delle ditte nella posizione di dover scegliere se subire l’incremento fiscale oppure non confermare più i lavoratori stagionali con conseguente instabilità nei rapporti di lavoro. 

Trattandosi di normativa fiscale nazionale, verrebbe facile concludere dicendo che le due province autonome non potevano farci nulla, tuttavia, la Provincia Autonoma di Bolzano, a tutela delle sue attività stagionali e delle sue aziende contribuenti con la Legge di Bilancio 2020 all’introduzione delle lettere b-bis) e d-bis) al comma 29 dell’art. 2 della Legge n. 92/2012, è riuscita a far comprendere in fase di approvazione della legge Finanziaria che molte delle attività svolte sul proprio territorio sono di carattere stagionale e che tale norma sarebbe eccessivamente vessatoria per l’intero sistema economico locale.

Ciò ha portato all’esclusione dal pagamento del contributo addizionale contributivo di tutte le attività stagionali (definite dai contratti collettivi nazionali territoriali e aziendali stipulati entro il 31 dicembre 2019) effettuate sul territorio provinciale di Bolzano. Per fare un esempio pratico, un negoziante in Trentino che esercita attività stagionale ed ogni estate e inverno assume lo stesso collaboratore dal 2018, per volere del Governo Conte I si trova a dover pagare una maggiorazione contributiva dello 0.5% ogni volta che riassume lo stesso lavoratore.

Il che significa un aumento del 0.5% in estate, più 1% in inverno, più 1.5% l’estate successiva e così all’infinito, dato che non è previsto un massimo di maggiorazioni applicabili. Dopo poche stagioni, la pressione fiscale sarà tale da indurre il commerciante a non assumere più il lavoratore stagionale abituale, il quale a sua volta si ritroverà senza lavoro. In Alto Adige/Südtirol lo stesso negoziante non ha questo problema ed è libero di riassumere il proprio collaboratore senza subire alcuna maggiorazione fiscale.

Forse, la poca considerazione delle politiche nazionali o la scarsa attenzione nel leggere i provvedimenti normativi, hanno fatto sì che in Trentino nessuno abbia ritenuto opportuno opporre le stesse eccezioni, che in Alto Adige/Südtirol sono state invece messe in evidenza e sono state essenziali per evitare la stangata normativa e arginare i danni causati da tale assurda norma.

Anche il delicato tema della ripartenza post COVID 19 pare mostrare una spaccatura altrettanto evidente. Se in Trentino gli interventi e le risposte tardano ad arrivare, in Alto Adige/Südtirol sono già stati sbloccati 300 milioni di euro a sostegno di imprese, artigiani e agricoltura. Inoltre, è stato istituito il cosiddetto “aiuto Covid-19”, pari a € 800 per tre mesi, erogato a coloro che hanno perso il lavoro, chiuso o sospeso l’attività della propria azienda, nonché il “Contributo straordinario che i cittadini sudtirolesi potranno richiedere per far fronte al pagamento del canone di locazione delle abitazioni dove vivono, fino ad un massimo di € 550 al mese per tre mesi”. Oltre a ciò, la Provincia guidata dal governatore Kompatscher, ha posto in essere anche misure agevolative di carattere bancario e burocratico che favoriscono gli investimenti delle imprese e la formazione dei lavoratori.    

Grazie ad una classe politica più attenta e competente, a differenza di quanto accaduto in provincia di Trento, la Provincia Autonoma di Bolzano ha più successo nella messa al riparo e nella tutela dei propri contribuenti e delle proprie imprese. 

Neva UAL

Lascia un Commento:

Leave a Comment: