PROMUOVERE LA QUALITÀ, L’EFFICACIA E LA TUTELA DELLA LINGUA LADINA SENZA FARE PROPAGANDA ELETTORALE!

Giu 02

Ancor prima dell’inizio della stagione estiva, il Consigliere provinciale Guglielmi sembra già essersi preso un colpo di sole – o forse un mero svarione da campagna elettorale – nel momento in cui ha proposto una mozione in tema di minoranze linguistiche – poi approvata dal Consiglio della P.A.T. il 23 maggio scorso – che impegna la Giunta provinciale (nel secondo dei tre punti impegnativi) a confrontarsi con «i soggetti interessati» per giungere «all’introduzione in favore degli studenti della scuola ladina di una certificazione di conoscenza della lingua di minoranza […] utile nello specifico all’acquisizione automatica del patentino A2 e B1 per quel che concerne il patentino di ladino, e il riconoscimento in favore degli studenti che terminano il ciclo di formazione in lingua minoritaria, di una certificazione […] secondo il livello di acquisizione di conoscenza della lingua e cultura minoritaria accertabile».

Premettendo che il Consigliere in questione aveva accolto le istanze di coloro che erano contrari al progetto del ladino nella scuola quando questo venne proposto, sorge spontaneo chiedersi per quale motivo il Consigliere non abbia mai deciso di instaurare un dialogo con il «Consei General per l’educazion e la formazion», organo previsto dalla Legge Provinciale 7 agosto 2006, n. 5 (legge provinciale sulla scuola, citata dalla mozione stessa) e preposto a individuare le esigenze educative e formative della comunità ladina di Fassa in cooperazione con la Provincia. Invece che impegnarsi in prima persona quale rappresentante eletto nel collegio ladino di Fassa alle ultime elezioni provinciali e dialogare con le istituzioni presenti sul territorio, Guglielmi decide invece di alimentare la propria campagna elettorale proponendo una mozione in Consiglio provinciale e impegnando la Giunta.

Volendo restare legati al contenuto del punto 2 della mozione, è necessario precisare che la competenza per verificare e attestare la padronanza della lingua ladina fa capo al Comun General de Fascia, e non alla P.A.T., così come recita lo stesso articolo 18 della Legge provinciale 2008 sulle minoranze linguistiche – citato nella mozione – che al comma 2 dispone che  «l’accertamento della conoscenza della lingua e della cultura ladina è effettuato dal Comun general de Fascia, che rilascia l’attestato di conoscenza» avvalendosi di un’apposita commissione. Questo elemento dimostra ulteriormente l’incapacità (e forse la riluttanza) del Consigliere Guglielmi di comunicare e collaborare con le istituzioni territoriali.

La stessa dinamica si era avuta – seppur per una questione di minor risonanza ma sempre rilevante – quando il Consigliere Guglielmi propose di intitolare un’aula del liceo artistico di Sèn Jan di Fassa a Cirillo Dellantonio, richiesta presentata a Trento senza interpellare il Consiglio d’istituto della scuola. Ulteriori esempi di mancata volontà di cooperazione con le istituzioni del territorio si sono susseguiti negli ultimi anni, basti prendere in esame le proposte fatte in sede di Consiglio Provinciale a Trento scavalcando completamente gli organismi del territorio, e non da ultimo, l’insabbiamento della proposta firmata all’unanimità dai Consiglieri del Comun General de Fascia e dai Sindaci di Fassa sul conferimento al Comun General del 10% del gettito derivante dalla tassa di soggiorno raccolta in Val di Fassa.

Infine per restare nello spirito del secondo punto della mozione presentata da Guglielmi, serve ricordare che una qualsiasi modalità che permetta l’acquisizione automatica del patentino linguistico – anche se di livello B1 o A2 – può pregiudicare nel lungo termine lo sviluppo delle competenze di comprensione, di produzione scritta e orale inserite nel Quadro Comune Europeo di Riferimento per le lingue, volto a promuovere un’educazione plurilingue di qualità. Anche se a qualcuno farebbe comodo acquistare automaticamente una simile attestazione.

Sul primo punto della mozione relativo all’aumento dell’indennità riconosciuta ai dipendenti pubblici muniti del “patentino” di lingua ladina, bisogna andare oltre la mera propaganda politica. Anche il Consigliere Guglielmi – alla fine della legislatura – si interessa di scuola come del resto fa l’assessore Bisesti, che ha presentato un disegno di legge sulla carriera dei docenti, nel quale vengono ignorate completamente la scuola dell’infanzia e la formazione professionale sulle quali la Provincia di Trento ha competenza primaria e nel quale la didattica è davvero tralasciata.

In riferimento alla proposta del Cons. Guglielmi sull’aumento dell’indennità prevista per chi adopera il ladino nell’insegnamento, la Neva UAL propone che per giungere ad una modalità che preveda l’eguale trattamento per tutti i possessori del “patentino”, si possa prevedere una modalità formazione strutturata per la quale riconoscere un indennizzo. L’indennità è sicuramente appetibile, ma si tratta pur sempre di una «somma corrisposta al prestatore di lavoro in corrispondenza di speciali oneri o disagi connessi allo svolgimento della prestazione».

Attualmente, l’organizzazione consente la presentazione di progetti di durata molto limitata che riguardano solo una parte del corpo docente. Questo spesso pone gli insegnanti in contrasto tra loro per ottenere tale indennità. La Neva UAL ritiene che la soluzione più equilibrata sia quella che promuova allo stesso tempo tre aspetti: la vivacità della lingua ladina nell’attività didattica del singolo docente, la valorizzazione dell’insegnamento e dei progetti offerti, e l’eguale trattamento di tutti i docenti muniti di patentino.

Consei de la Neva UAL

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