LA CONDIVISIONE IN PRIMO PIANO. RIFORMA DELL’ICL “MAJON DI FASCEGN”.

Mar 08

In una piccola comunità di minoranza come la nostra, la condivisione delle idee e dei progetti dovrebbe emergere come un elemento di orgoglio. Tuttavia, ciò non sempre si realizza. 

In questi giorni capita spesso di trovare, sui quotidiani locali, interventi concernenti la diatriba in merito alla revisione normativa dell’Istitut Cultural Ladin “Majon di Fascegn”. Coinvolti nel diverbio vi sono, da una parte, il Consigliere provinciale ladino Luca Guglielmi e la maggioranza del Consiglio di Amministrazione dell’ICL con la Presidente Lara Battisti e, dall’altra, la minoranza consiliare, il Direttore e l’intera Commissione culturale dell’Istituto.

Innanzitutto va ricordato che l’ICL è uno degli elementi che permette alla comunità ladina di Fassa di distinguersi dal resto del Trentino. Quest’istituzione raccoglie e valorizza non soltanto la nostra identità, ma rappresenta soprattutto l’unicità di essere minoranza. Grazie all’opera dell’Istitut Cultural, il patrimonio storico e culturale millenario, di cui godiamo, diventa il collante in un periodo della storia in cui si tende a perdere di vista i propri valori fondanti. 

La posizione di contrasto assunta dai consiglieri dell’Istitut Cultural Ladin, Andrea Rizzi e Lodovica Dioli, verso l’approccio impresso dalla Presidente Battisti sulla revisione normativa dell’ente, ha rivelato una profonda frattura all’interno del CdA, nata da un’evidente difficoltà di dialogo e condivisione. Il nucleo della questione risiede nel fatto che Battisti e Guglielmi hanno da subito trovato un’intesa per promuovere una riforma, senza attuare però un coinvolgimento tempestivo ed autentico di quanti quotidianamente lavorano all’interno dell’ente, del Direttore e della Commissione Culturale e della stessa minoranza consiliare. 

La rottura è stata manifestata pubblicamente, poiché suddette componenti dell’Istituto non hanno visto prese nella giusta considerazione le preoccupazioni sollevate in merito a tale delicato passaggio e le proposte che avevano avanzato.

La riflessione da sviluppare in merito a tale questione deve fare luce sul modus operandi seguito dalla Presidente Battisti e dal Consigliere provinciale Guglielmi. Se davvero si vogliono mettere in pratica dei cambiamenti accorti nella gestione dell’Istitut Cultural Ladin, per il bene comune e nell’interesse condiviso della Comunità di Fassa, è indispensabile mettere in atto un confronto profondo e sincero, cercando una posizione unitaria e inclusiva, nella quale possano riconoscersi le diverse sensibilità emerse all’interno dello stesso Istituto e nella società locale, rispettando le regole dell’ascolto e della gestione partecipata.

Neva UAL

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