LA GRANDE OCCASIONE PER LA SCUOLA DI TORNARE AD ESSERE IL COLLANTE DELLA SOCIETÀ.

Giu 15

Nei mesi appena trascorsi, dominati dalla drammaticità dell’emergenza sanitaria, la questione dell’istruzione scolastica ha subito una palese quanto preoccupante marginalizzazione nel dibattito nazionale, quasi dimenticando quanto essenziale ed importante sia questo settore della società. Tuttavia, la scuola può e deve riemergere non solo come bussola per il mondo del lavoro, ma anche come vero e proprio cemento di una società proiettata sul futuro.

La Scuola Ladina di Fassa, con i suoi 1200 studenti ed alunni, merita un doveroso plauso per l’operato svolto negli ultimi mesi. L’istituto ha visto docenti e operatori mettere in campo organizzazione, strumenti e connessione, al fine di poter garantire il servizio didattico nel migliore dei modi, continuando a trasmettere un messaggio positivo e guardando avanti con ottimismo, fiducia e senso di responsabilità. 

Non è possibile nascondere, tuttavia, che l’impegno maggiore e più pesante è stato quello in seno alle famiglie, il cui ruolo come ponte tra la scuola e l’ambiente circostante, è stato determinante in questi mesi nell’assistere i figli attraverso le differenti attività didattiche proposte dai docenti. Il lockdown generalizzato, che ha costretto anche i genitori a restare a casa, costringendo gli stessi ad improvvisarsi insegnanti, tecnici informatici e talvolta psicologi dei propri figli, per organizzare le difficili giornate di reclusione tra scuola, lavoro e vita privata. 

Oltre a ciò, va detto che molte famiglie sono state costrette ad affrontare spese non previste, intaccando le risorse economiche familiari per acquistare computers o altri strumenti, nonché per adeguare le abitazioni con un’idonea connessione a Internet. In tale contesto, va evidenziato che i ragazzi con disturbi di apprendimento o con disabilità sono coloro che maggiormente hanno patito la mancanza di socialità e il repentino cambiamento di routine, che ha causato un isolamento sociale non certo programmato.

A tali difficoltà, che non sono sempre state recepite dalle istituzioni, va aggiunta la frustrazione subita di fronte ad una politica nazionale, ma anche provinciale e locale, che non ha saputo spesso coordinare e dare risposte chiare a quelle che erano le domande di operatività pratica, come ad esempio trovare soluzioni per le famiglie in cui entrambi i genitori lavorano in comparti considerati “essenziali”, o per le famiglie con un solo genitore e in molti altri casi. Il risultato immediato è stato che molte famiglie, ragazzi, docenti e istituti scolastici sono stati costretti ad improvvisare, cercando di limitare i danni causati da un sistema istituzionale non sempre adeguato e all’altezza della situazione.

Il lato positivo di tale situazione è stato senz’altro quello di stimolare la ricerca di nuove soluzioni e l’affinamento delle capacità per gestire la didattica a distanza. Per i docenti che avevano poca dimestichezza con l’informatica, la necessità è stata trasformata in un’opportunità formativa, che sarà sicuramente vantaggiosa anche in tempi di normalità. Tuttavia, questo non significa che le due modalità di insegnamento – in presenza e da remoto – siano interscambiabili. 

La scuola anzitutto è socialità, in senso orizzontale (tra gli alunni) e verticale (con i docenti), è condivisione e vita comune. Tali aspetti non potranno di certo essere rimpiazzati da video-lezioni e dagli schermi di PC e tablet. La crescita intellettuale, morale e civile delle giovani generazioni passa in primis dalle aule e dai banchi scolastici. 

A tal fine è necessaria una pianificazione strategica dei servizi essenziali per gli studenti: dalla mensa ai trasporti, oltre che naturalmente ad una programmazione delle ore di lezione, confacente all’esigenza di mantenere il distanziamento sociale come da normativa. La Scuola Ladina di Fassa ha già formulato una serie di proposte concrete, che vanno in direzione di una nuova consapevolezza nelle potenzialità del sistema scolastico come pilastro fondante della nostra comunità.

Neva UAL

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(1) comment

Renzo Valentini 19 Giugno 2020

Riflessioni mirate e di molto contenuto. Condivido il tutto, in particolare la carenza del supporto delle istituzioni locali.

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