L’EUROPA COME INCONTRO DI MINORANZE

Feb 13

In Europa, più di 40 milioni di persone, che corrispondono a circa il 14% dei cittadini dell'Unione, utilizzano una lingua regionale o minoritaria, diversa da quella ufficiale dello Stato di appartenenza.

 Questo dato ci dimostra quanto le diversità linguistiche e culturali rappresentino un'enorme ricchezza del nostro continente che bisogna assolutamente tutelare, per garantire una pacifica convivenza fra tutti i popoli dell'Unione Europea

A livello normativo, non tutte le minoranze sono salvaguardate in modo omogeneo. Infatti, mentre alcune di queste hanno raggiunto alti livelli di tutela e di autonomia, modernizzandosi in modo tale da poter affrontare i confronti con la società dei giorni nostri, altre non sono nemmeno ufficialmente riconosciute e trovano dunque difficoltà ad affermarsi a livello politico e sociale.

In Italia si è ormai raggiunto un buon livello di tutela nei confronti delle minoranze dato che lo Stato, dopo la Seconda Guerra Mondiale ha provveduto a garantire loro una certa autonomia istituendo le Regioni a Statuto Speciale, dove sono situate la maggior parte delle minoranze etnico-linguistiche. L’articolo 5 della Costituzione italiana prevede di fatto che lo Stato promuova e riconosca le Autonomie locali tramite leggi apposite volte a garantire il decentramento politico e amministrativo. Nonostante ciò queste regioni sono costantemente in lotta per mantenere i propri diritti dato che sempre più spesso questi vengono considerati dalla maggioranza come dei meri privilegi.

Negli ultimi anni molti movimenti politici nazionali di maggioranza hanno tentato di ri-centralizzare l’amministrazione delle Regioni Autonome promuovendo collaborazioni con le altre Regioni limitrofe, come sta accadendo, per esempio, nella provincia di Trento. Spesso ci si definisce autonomisti a parole per poi contraddirsi tramite i fatti. Bisogna porre attenzione a questi piccoli cambiamenti che hanno come unico scopo il danneggiamento di queste Autonomie così duramente guadagnate.

Nell’UE si sono già fatti grandi passi per quel che riguarda la tutela delle minoranze: ne è dimostrazione l’entrata in vigore della “Carta europea delle lingue regionali o minoritarie” il primo marzo del 1998. Tale trattato chiede alle Parti di impegnarsi nella conservazione e nello sviluppo del patrimonio culturale europeo e di rispettare il diritto delle minoranze di utilizzare la loro lingua oltre che ad incoraggiarle a servirsene in ambito pubblico e privato.

Negli ultimi anni si stanno facendo grandi progressi nell’ambito della tutela delle minoranze nazionali, etniche, regionali e linguistiche grazie al lavoro svolto da varie organizzazioni, prima fra tutte la FUEN “Federal Union of European Nationalities”. L’organizzazione ha di fatto presentato al Consiglio dell’UE, il 5 febbraio 2020, la proposta dell’iniziativa Minority Safepack dopo che questa, tramite una raccolta firme, ha ottenuto più di un milione di adesioni.

La proposta prevede che l’Unione Europea si impegni nel proteggere tutte le minoranze dal costante rischio di venire assorbite dalla maggioranza e dunque portate all’estinzione, responsabilità che fino ad ora era esclusiva degli stati dell’Unione, alcuni dei quali però spesso non hanno dato la necessaria importanza al problema.

Si punta dunque ad un patto tra le minoranze e l’UE con il fine di raggiungere una situazione di parità e rispetto fra tutte le comunità, piccole o grandi d’Europa.

 

Damiano Bernard,
Neva UAL

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