Comunicato 2/2019
Con voto unanime (due sole astensione e nessun voto favorevole) l’Assemblea Generale dell’Union Autonomista Ladina ha respinto la mozione che proponeva formalmente lo scioglimento dell’organizzazione. Non si è trattato di un passaggio fittizio, ma di un’ipotesi presa seriamente in considerazione da diversi militanti del movimento ladino di fronte ai cambiamenti epocali intervenuti nella società e nella stessa comunità locale: dopo aver letteralmente fatto la storia di Fassa negli ultimi 35 anni, dopo aver raggiunto tutti i principali obiettivi riguardanti il riconoscimento e la salvaguardia della minoranza ladina e ad aver contribuito a definire un quadro giuridico di auto-tutela riconosciuto ovunque come uno dei più avanzati d’Europa, era lecito chiedersi se la funzione storica dell’Union Autonomista Ladina si potesse considerare esaurita.
La numerosa partecipazione (circa 50-60 persone) e il serrato dibattito che ne è scaturito dimostrano che la UAL non è “in via di estinzione” per mancanza di idee o di risorse umane, ma è in grado di affrontare serenamente il cambiamento, confrontarsi con altri soggetti emersi nella società nonché con i bisogni della popolazione. Non si è trattato quindi di “un disperato tentativo di salvataggio”, come abbiamo letto sulla stampa; l’Union Autonomista – è stato detto da più parti – non è un feticcio cui stare religiosamente attaccati, ma uno “strumento” che la comunità di Fassa si è data per promuovere la propria identità e rivendicare i propri diritti di minoranza linguistica, e come tale può essere cambiato e persino sostituito.
Il movimento ha certamente subito delle battute d’arresto, in occasione delle elezioni per il Comun General (2015) e per il Consiglio provinciale (2018), ma l’esigua differenza di voti ottenuti rispettivamente dalla UAL e dal Mov. ladino di Fassa di contro alla lista concorrente (38 nel primo caso, 154 nel secondo) non rappresenta una débacle irreparabile, una serie di “ripetute e sonore sconfitte elettorali”: significa piuttosto che la valle è divisa in due, e le ragioni di questa divisione vanno indagare e comprese fino in fondo. Certamente il vento del populismo ha soffiato e soffia anche ai piedi delle Dolomiti, e rischia di fare più danni della tempesta Vaia.
Ma c’è ancora una metà della popolazione che non si riconosce nell’attuale “classe dirigente” espressa da Associazione Fassa, formazione dichiaratamente legata a filo doppio alla Lega e ai partiti italiani della destra sovranista. Ciò si è dimostrato chiaramente in occasione delle elezioni suppletive, dove Cristina Donei, candidata indipendente in “Alleanza Democratica Autonomista”, ha ottenuto in valle 2108 voti, pari a oltre il 50% dei consensi.
Dunque, nessun “De Profundis”, ma la volontà di “voltare pagina”, questo sì. La mozione approvata all’unanimità dall’Assemblea Generale, denominata “Per una NUOVA Union Autonomista Ladina”, impone al movimento ladino un radicale rinnovamento di obiettivi e di strategie, partendo dalla necessità più che mai impellente di unire le forze migliori della valle per mettere finalmente a frutto le prerogative e gli strumenti di autogoverno che la comunità ha a disposizione. Per far questo l’elezione degli organi statutari è stata sospesa, ed è stato nominato un “Comitato provvisorio” con il compito di avviare una serie di contatti con le forze politiche, sociali e culturali della valle, per costruire insieme una proposta “alternativa” per la comunità di Fassa.
In questo senso bisognerà affrontare e risolvere innanzitutto il “dualismo” venutosi a creare con la formazione della lista “Movimento ladino di Fassa” candidatasi alle elezioni provinciali dell’ottobre scorso, sostenere il gruppo dei giovani impegnati nel lavoro politico al fine di garantire un ricambio generazionale, nonché immaginare forme organizzative “più leggere”, meno ingessate nelle ritualità partitiche del passato, in modo da favorire maggiormente la partecipazione e il dialogo con la popolazione, anche attraverso un uso accorto dei social media, che sappia sottrarsi alla morsa degradante dei post, dei like e dei tweet, dove spesso al ragionamento si sostituisce l’insulto.
Con questa missione il Comitato provvisorio si presenterà nuovamente, entro sei mesi, di fronte all’Assemblea Generale dell’Union Autonomista, un movimento politico che per raggiungere il Bene Comune è da sempre aperto al confronto e alla collaborazione con altri soggetti che condividano le stesse idealità, disponibile persino a fare un passo indietro, se necessario, senza ambizioni e personalismi. Un movimento “autonomista” per definizione, indipendente da qualsiasi ingerenza dei partiti nazionali, che fin dalla sua nascita mira soltanto a unire la comunità di Fassa, sulla base degli antichi valori di autonomia, partecipazione democratica e solidarietà.
Fascia, ai 8 de jugn 2019
Comitat provisorie per na neva UAL