La Provincia Autonoma di Trento sta assistendo nuovamente al tentativo da parte della Giunta Fugatti di smantellare la Legge provinciale 16/2005, conosciuta come “Legge Gilmozzi”, pensata per limitare l’edificazione di case ad uso turistico ed applicata esclusivamente ad una serie di comuni trentini che vengono classificati come “a vocazione turistica”.
La Giunta provinciale ha rimesso mano alla Legge Gilmozzi per incentivare la creazione di alloggi per vacanza, mediante cambio d’uso e ristrutturazione, sfruttando anche abitazioni in disuso. Dalla proposta di emendamento (alla legge provinciale di assestamento di bilancio), che ha come primo firmatario Maurizio Fugatti, emerge la possibilità di chiedere il passaggio da residenza ordinaria a residenza per tempo libero e vacanze, senza l’eventualità di un nuovo consumo di suolo o nuova costruzione. Secondo l’emendamento, gli interventi sugli immobili non potranno interessare edifici realizzati in zone vincolate a prima abitazione, e dovranno comportare una riqualificazione energetica, architettonica e paesaggistica.
A seguito degli avvenimenti degli ultimi mesi, che hanno pesantemente influito sul modello di ricettività trentino, viene richiesta una sempre maggiore disponibilità di appartamenti per le vacanze. In quanto movimento di rappresentanza di un territorio direttamente interessato dalla legge in questione, La Neva UAL ritiene che un depotenziamento o una sostanziale modifica della Legge Gilmozzi possa condurre ad una profonda frattura nella valorizzazione del paesaggio e della popolazione residente originaria che lo abita.
Per questo, è indispensabile tenere conto del fatto che il perfezionamento della capacità ricettiva sta nella qualità, e non nella quantità. La strada su cui dirigersi è quella del turismo green, della qualità dell’aria, dei servizi e degli alloggi, e non quella dell’aumento sconsiderato dei posti letto e di conseguenza anche del traffico. Nel nostro territorio, la quantità di seconde case vendute ai turisti è più che rilevante: basti pensare che circa due terzi dei posti letto in Val di Fassa sono extra-alberghieri e circa un terzo alberghiero, mentre nelle valli ladine limitrofe la percentuale è esattamente inversa. Per stimolare un rilancio dell’economia settoriale è essenziale investire sul recupero delle strutture esistenti e sulla riqualificazione di infrastrutture e servizi, senza costruire nuove abitazioni turistiche.
La Neva UAL riconosce la necessità di recuperare l’esistente anche per ciò che concerne la Val di Fassa, ma se questo è davvero l’obiettivo che si vuole raggiungere, bisogna farlo garantendo determinati incentivi esclusivamente per la realizzazione di prime case. Abbiamo visto di recente un’incessante emorragia di nuove coppie e giovani famiglie fassane stabilirsi nella limitrofa Val di Fiemme. Si rivela per questo indispensabile attuare una strategia per contenere questo esodo, calmierando i prezzi e non diventando quindi, come altre realtà turistiche di successo, una valle svuotata del proprio tessuto sociale originario ed identitario.
Consei de la Neva UAL